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Nonni Francesco
(Faenza, 1885 - Roma, 1972)
Francesco Nonni nacque a Faenza nel 1885, ed è stato xilografo, litografo, disegnatore, pittore, plasticatore e autore di ceramiche ormai annoverate tra gli incunaboli dell’Art Déco europea.
Formandosi alla Scuola di Arti e Mestieri di Faenza conosce i coetanei Domenico Rambelli, Ercole Drei, Giuseppe Ugonia e Giovanni Guerrini coi quali farà gruppo in nome del comune punto di riferimento artistico locale: Domenico Baccarini. Entrato giovanissimo nell’ebanisteria Casalini come apprendista intagliatore fa tesoro di questa pratica e si dedica alle tecniche xilografiche. Adolfo De Carolis e Aubrey Beardsley sono i suoi primi riferimenti in questo campo; riviste come Il Leonardo e Emporium lo pubblicano.
Partecipa, con xilografie, a varie mostre faentine, alla Mostra Internazionale di Belle Arti di Milano (1906), alla Biennale di Venezia (1907, 1910, 1912 e 1914), alla Quadriennale d’Arte di Torino (1908), a Cà Pesaro (1908) e alla Secessione romana del 1913. Nel 1910 si iscrive alla Scuola del Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e dal 1915 insegna nella scuola faentina dove si è formato. Collabora con Vita d’Arte, con L’Eroica e con le edizioni La Scolastica di Mondadori.
Dopo la guerra inizia la sua attività ceramica, soprattutto in collaborazione con Pietro Melandri e Anselmo Bucci che lo porterà all’affermazione del 1925 all’Exposition Internationale des Arts Décoratifs di Parigi. Dal 1924 al 1926 dirige la rivista Xilografia che ha risonanza internazionale. Francesco Nonni è un petit maitre solo perché non è mai uscito dalla provincia romagnola, pur avendo avuto l’opportunità, rifiutata, di insegnare xilografia all’Istituto d’Arte di Roma. Solo recentemente la sua multiforme attività ha ottenuto i dovuti riconoscimenti in attesa di una sua più degna collocazione nel panorama artistico italiano tra le due guerre.
Raffinato esteta influenzato dalle correnti anglosassoni di fine Ottocento e di primo Novecento e immune da ogni compromissione con le tendenze italiane tra le due guerre e ancor più con l’arte di regime, Nonni (figlio degli ideali dell’Art Nouveau e del Déco) ha solitariamente sviluppato la visione di un mondo permeato da un’esteticità diffusa cui ha contribuito con la sua elegante, preziosa, raffinatissima e multiforme attività.
Come pittore, Nonni ha avuto varie stagioni: da un certo post-impressionismo maturato anche durante i frequenti soggiorni parigini a un realismo lirico di arca depisisiana fino ad esiti più disimpegnati, soprattutto nel secondo dopoguerr