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Salietti Alberto

(Ravenna, 1892 – Chiavari, 1961)

Alberto Salietti nasce a Ravenna nel 1892 all'interno di una famiglia di forte tradizione artistica, in particolare nel campo della decorazione musiva e murale. Nel 1904 comincia il liceo a Milano ma, dopo i primi due anni, decide di impegnarsi solo nella pittura, iscrivendosi all’Accademia di Brera, dove segue i corsi di Giuseppe Mentessi e di Cesare Tallone.

Dopo il primo conflitto mondiale, comincia la sua attività artistica come grafico, disegnatore e illustratore. Dal 1920 al 1952 espone con regolarità i suoi lavori alla Biennale di Venezia. Nel 1922 partecipa, con illustri colleghi come Carlo Carrà e Felice Casorati, alla Mostra di Pittura e Scultura contemporanea e italiana che si tenne alla galleria milanese Bottega di Poesia.

Affascinato dal classicismo, aderisce insieme a Arturo Tosi al gruppo del Novecento Italiano, divenendo presto il segretario del Comitato direttivo del movimento, e partecipando alle manifestazioni promosse dal gruppo dal 1927 al 1931, sia in Italia che all’estero. All’inizio degli anni Trenta, Salietti tiene una personale alla Galleria Pesaro di Milano, e il periodo che va dal 1928 al 1939 vede la partecipazione del pittore a tutte le esposizioni del Sindacato regionale (poi interprovinciale) fascista di Belle Arti. Partecipa, inoltre, alla decorazione del Palazzo di Giustizia milanese con l’affresco La Giustizia.

In questo periodo il pittore oltrepassa le forme elementari dei volumi di gusto quattrocentesco (La fabbrica di cemento, 1927) e si rivolge a Cézanne, evolvendo il suo stile verso una nuova espressività classica (Paesaggio toscano, 1937). Il pittore, recandosi spesso in Liguria, s’innamora dei suoi paesaggi, i quali sono immortalati in diverse tele come: Strada a Rapallo, 1936; Campagna di Chiavari, 1938; Veduta di Sestri Levante, 1938. Divenuto membro del Consiglio Superiore per le Antichità e le Belle Arti, continua a esporre ininterrottamente, partecipa, infatti, a diverse Quadriennali romane (1935, 1939, 1943, 1951-52, 1955-56, 1959-60), all’Esposizione Internazionale di Budapest (1936), a quella del Carnegie Institute di Pittsburgh (1936) e a quella Mondiale di Parigi (1937). Nel 1942 conquista il premio per la pittura alla XXIII Biennale di Venezia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale guadagna altri riconoscimenti come il Premio Marzotto (1955 e 1957), il Premio Romagnolo (1958) e quello del Comune di Milano (1959). Molte delle opere di Salietti arricchiscono collezioni private, chiese e gallerie d’arte moderna di città italiane e straniere. Alberto Salietti muore a Chiavari nel 1961.  

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