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La lavandaia
olio su compensato, 1937-1945 ca.
cm. 43,5x37 (cornice di cm. 8)
donazione Luigi Zauli Naldi, 1965
L'opera ritrae una lavandaia chinata su un panno bianco, altri panni sono stesi nel fondo. Risaltano I tratti scultorei e la stesura del colore larga e possente.
L'opera è giunta in Pinacoteca grazie al lascito testamentario del Conte Luigi Zauli Naldi, nel 1965. Arturo Martini visse una breve parentesi di attività a Faenza, fra la fine del 1917 e il 1918: in quegli anni si colloca l'amicizia e la frequentazione con gli Zauli Naldi e quindi si spiega anche la presenza del dipinto nella collezione di questa famiglia.
La collocazione cronologica dell'opera fra il 1937 e l'anno della morte di Martini, è da riferirsi al periodo di crisi dell'artista di fronte alla scultura e al passaggio alla pittura. La provenienza dal mondo della scultura di Martini è evidente nell'opera: scultorea è infatti la figura della donna, simili a lastre di pietra sono le lenzuola stese. Anche la larga e possente stesura del colore contribuisce a rendere il senso rude e primitivo della scena, da cui è assente ogni accenno di aneddoto quotidiano.
N. inv. 476