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Fruttiera con carte da gioco e farfalle
tempera su cartone telato, 1959
cm. 50x70
Firma in basso a destra “F.Casorati”
donazione Bianchedi - Bettoli/ Vallunga, 2010
Figurano in questa tempera su cartone numerosi temi ricorrenti delle nature morte di Casorati, come l’alzata con frutta, le carte da gioco, la tovaglia a scacchi gialli e neri, motivi che si possono ritrovare con facilità anche in opere degli anni ’30, ’40 e ’50.
Ancora nel 1942 Albino Galvano intitolava un saggio critico sulle nature morte di Casorati Le pere verdi. Rivelava nelle sue composizioni un interesse piuttosto per "le forme assolute e gli elementari geometrici".
Lo stesso artista, del resto, in una conferenza tenuta nel 1943 all’Università di Pisa, aveva spiegato il motivo delle sue ridondanze: "Ripetevo la pittura degli stessi oggetti per il desiderio di vederli quasi sempre scomparire e diventare anonimi".
La “scomparsa” degli oggetti, per un artista che era pervenuto alla pittura dopo intensi studi musicali, null’altro era che il silenzio, ovvero, come ha efficacemente notato De Micheli, una “silenziosa intensità”. La ripetitività di Casorati, la sua “monotonia” non è dunque mai veramente monotona. Infatti vibrano e arieggiano nei suoi quadri malinconie e inquietudini, declinate in un’assoluta fissità, nel silenzio, nella luce.
Peraltro, pur ripetendosi i soggetti e le composizioni, non sono infrequenti le variazioni. Se l’alzata di frutta con pere aveva visto, specie negli anni tra il 1940 e il 1950, il reiterarsi del soggetto talvolta associato al volo di uccelli o di un canarino, nel quadro faentino compaiono le più rare farfalle.
L’opera, pubblicata nel catalogo generale dell’opera di Felice Casorati, non vanta esposizioni prima della collocazione nelle sale della pinacoteca faentina. Se ne conosce la data di esecuzione, confermata peraltro da analogie stilistiche e compositive con opere coeve, dalle informazioni raccolte dai proprietari precedenti.
Appartenne infatti prima alla nota galleria milanese “Il Castello” e quindi alla “Galleria Cavour” di Forte dei Marmi.
In particolare la prima, con la sua sede storica in via Brera, è nota per i legami stretti con l’artista e la sua famiglia. Ancora nel 1970 realizzava una mostra di dipinti con la collaborazione di Dafne Casorati, vedova dell’artista, curata da Luigi Cavallo e Marco Valsecchi.
N. inv. 1755