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PINACOTECA DI FAENZA
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Giovanni Battista Bertucci il Vecchio (Faenza, 1470 ca. - 1516)

172

Santa Maria Maddalena
San Giovanni Battista

505.jpg

Santa Maria Maddalena

olio su tavola, 1509 ca.

cm. 111,5x54 (cornice di cm. 8)

dalla chiesa di Santa Caterina in Faenza

a seguito della soppressioni napoleoniche, 1797 -1810

Unitamente al San Giovanni Battista esposto al fianco di quest’opera, si tratta degli scomparti laterali della famosa pala commissionata da Venerio Mengolini a Giovanni Battista Bertucci, eseguito attorno al 1509 per la cappella di famiglia nella chiesa del Monastero di Santa Caterina, poi soppresso in epoca napoleonica.

Il polittico seguì le sorti della chiesa, per cui in seguito alle soppressioni venne rimosso dalla sua sede originale e divenuto proprietà privata fu smembrato. La tavola centrale con L’Adorazione dei Magi passò al museo di Berlino e se ne persero le tracce in seguito alla guerra. La lunetta con l’Incoronazione della Vergine dopo varie vicende approdò in collezione privata a Graz, e i due pannelli laterali pervennero alla Pinacoteca di Faenza.

L’opera venne attribuita erroneamente dall’Argnani alla mano del Pinturicchio. A risolvere la questione fu il Cavalcaselle restituendo la paternità sia della tavola di Berlino che delle due laterali di Faenza al Bertucci, trovando concorde tutta la letteratura successiva.

La Maddalena è ripresa a figura intera con le mani giunte in atto di preghiera e lo sguardo rivolto al cielo. La figura sognante si staglia su luminosi paesaggi dai toni verdi e azzurini. Nell'opera si coglie oltre ad affinità con lo stile del Pinturicchio e del Perugino, con i modi della cultura bolognese cinquecentesca, evidente nel panneggio della veste della Maddalena e nel taglio del paesaggio, oltre che un estensione delle conoscenze pittoriche del Bertucci verso Firenze.

N. inv. 172

 

San GiovannI Battista

olio su tavola, 1509 ca.

cm. 111,5x54 (cornice di cm. 8)

dalla chiesa di Santa Caterina di Faenza

E’ uno dei due scomparti laterali della famosa pala commissionata da Venerio Mengolini, assieme alla Santa Maria Maddalena, a Giovanni Battista Bertucci per la cappella di famiglia nella chiesa del monastero di Santa Caterina, soppresso in epoca napoleonica.

Il polittico seguì le sorti della chiesa, per cui in seguito alle soppressioni venne rimosso dalla sua sede originale e divenuto proprietà privata fu smembrato. La tavola centrale con L’Adorazione dei Magi passò al museo di Berlino e se ne persero le tracce in seguito alla guerra. La lunetta con l’Incoronazione della Vergine dopo varie vicende approdò in collezione privata a Graz, e i due pannelli laterali pervennero alla Pinacoteca di Faenza.

L’opera venne attribuita erroneamente dall’Argnani alla mano del Pinturicchio, ma a risolvere la questione fu il Cavalcaselle restituendo la paternità sia della tavola di Berlino che delle due laterali di Faenza al Bertucci, trovando concorde tutta la letteratura successiva.

La Maddalena e San Giovanni sono ripresi a figura intera e volte di tre quarti, l’una con le mani giunte in atto di preghiera e lo sguardo rivolto al cielo, l’altra con il dito rivolto al cielo e la crocetta di canna e la ciotola nell’altra mano. Le due figure sognanti si stagliano su luminosi paesaggi dai toni verdi e azzurini. Nell'opera si colgono affinità con lo stile del Pinturicchio e del Perugino, con i modi della cultura bolognese, specialmente nel panneggio della veste della Maddalena e nel taglio del paesaggio, oltre che un estensione delle conoscenze pittoriche del Bertucci verso Firenze.

N. inv. 171

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