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PINACOTECA DI FAENZA
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Maestro dei Crocifissi francescani (XIII secolo)

97

Crocifisso

724.jpg

tempera su tela applicata su tavola con inserti di pietre dure e paste vitree, 1270 - 1275

cm. 198x157

deposito dall'Ospedale Civile in Faenza, 1878

dalla distrutta chiesa di Santa Chiara in Faenza (?)


Il grande Crocifisso, databile agli anni successivi al 1250, rappresenta una preziosa testimonianza nella storia della pittura trecentesca tra Umbria, Marche e Bologna, nonché la pittura più antica della Pinacoteca.
Ai lati del corpo di Cristo vi è una decorazione in oro e argento arricchita da specchi e da applicazioni di una pasta vitrea di color lapislazzulo che rendono un potente effetto coloristico sull’intera composizione.
Oltre che per la preziosità della lavorazione, l’opera si distingue per un'evoluzione stilistica che, partendo dalla persistenza di stilemi bizantini (come il marcato linearismo, la tendenza alle stilizzazione, le pennellate circolari nel corpo di Cristo caratteristica nei dipinti del primo Trecento), arriva ad una drammaticità più umana e a un cromatismo che rafforza gli elementi decorativi.
L’autore del Crocifisso è individuato in un artista che ha lavorato principalmente per sedi francescane e di cui sono rimaste opere precedenti ad Assisi, nel Tesoro della Basilica di San Francesco, una a Colonia e un altro esemplare a Camerino mentre successive sarebbero tre croci conservate a Bologna (le prime due nella cappella Muzzarelli nella chiesa di san Francesco e nella libreria del convento di San Francesco e la terza, nota come Croce di Santa Maria del Borgo, in Pinacoteca).
In un recente studio di Anna Tambini, relativo alle origini delle arti figurative a Faenza, è stata proposta come datazione di quest'opera il 1270 circa: una data che potrebbe conciliarsi con la possibile collocazione originaria nella chiesa di San Francesco, la cui costruzione risale al 1271. La presenza del solo San Francesco ai piedi del Crocifisso rafforza l’ipotesi che l’ubicazione originaria sia da collegarsi ai frati francescani, presso i quali già a metà del Duecento esisteva una Compagnia della Santa Croce.

N. inv. 97

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