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San Giorgio e il drago con la principessa e il committente
pietra calcarea, 1339
cm. 84x47x12
dalla chiesa di San Domenico di Faenza, acquistato nel 1899
Antonio Corbara nelle sue schede per la Soprintendenza descrive quest’opera come lapide commemorativa scolpita in pietra d’Istria, di forma rettangolare nel senso dell’altezza. Reca in alto un bassorilievo, mentre il resto del campo è liscio ed occupato dall’epigrafe a lettere gotiche incise e riempite con pece nera.
Il rilievo rappresenta San Giorgio ritratto vestito di tunica e mantello, col piede saldamente appoggiato nella staffa, nell’atto di infilzare la lancia sul cavallo bardato e vestito che affronta il drago, simile ad un basilisco che avvinghia la sua coda di serpente alla zampa del destriero. Dinanzi al gruppo descritto, sulla destra, la principessa tiene afferrata con la mano destra la mascella del drago e con l’altra l’orecchio. Nell'angolo destro è inginocchiato l’offerente in abito dottorale, colto mentre porge il modellino di una chiesa. Tali esiti – ha scritto Anna Tambini – fanno rientrare l’opera, più che nell’ambito veneto, nel grande alveo della scultura padana, di cui ritroviamo i tradizionali parametri di movimento, naturalismo ed espressività.
L’opera è data 1339 e proviene dall’antica chiesa dei Domenicani. Nell’iscrizione a lettere gotiche è commemorata la costruzione della cappella di San Giorgio nel 1339 per volontà di Andrea Cacciaguerra, “padre dell’astrologia e solenne medico”.
N. inv. 54