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Cristo benedicente e i Santi Egidio abate ed Eutropio vescovo
pietra calcarea
cm. 49x103x12
dalla distrutta chiesa di Sant'Eutropio di Faenza, collocato in Pinacoteca nel 1914
Il bassorilievo proviene dalla chiesa di Sant’Eutropio, soppressa dal governo napoleonico. L’opera raffigura al centro il Cristo Redentore, benedicente colla destra, l’indice e il medio elevati. Colla sinistra tiene il libro degli evangeli aperto ove si legge Ego sum lux vera, ovvero due brani desunti dal Vangelo di San Giovanni. Sui bordi è incisa un'iscrizione datata 1127. Ai lati del Redentore sono scolpite due figure identificate da Francesco Lanzoni, che nel 1910 diede conto dello scoprimento della lapide, coi Santi Egidio Abate ed Eutropio Vescovo. La cerva è a lato di Sant’Egidio perché, come è scritto anche nella Leggenda Aurea, nutriva il Santo col suo latte durante l’eremitaggio. Anna Tambini ha commentato questo bassorilievo scrivendo che “il valore sacrale di queste immagini non è certo accentuato. Non che manchino aureole e insegne, ma le figure trasmettono soprattutto il senso di una umanità realisticamente greve, al limite quasi rozza e popolaresca. Sono corpulente e massicce; hanno mani grosse, volti larghi con nasi grossolani e capelli a pesanti ciocche ondulate. Questi caratteri solo in parte sono da addebitarsi all’imperizia dell’autore; piuttosto sono da mettersi in rapporto con i nuovi parametri dell’arte romanica padana che al senso trascendentale dei bizantini sostituisce il peso vitale delle figure e allo spazio mistico del fondo oro, quello modellato dell’ingombro fisico dei corpi”.
N. inv. 49