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PINACOTECA DI FAENZA
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Benedetto da Maiano, attribuito (Maiano, 1442 ca. - Firenze, 1497)

196

San Giovannino

410.jpg

marmo, 1470 - 1480 ca.

cm. 40x31x18,5

dallo studiolo di Fra Sabba da Castiglione, chiesa di Santa Maria Maddalena o della Commenda in Faenza,

a seguito delle soppressioni postunitrie, 1867

Il busto raffigurante San Giovannino è sempre stato considerato, fin dall’apertura al pubblico della Pinacoteca nel 1879, uno dei pezzi più importanti esposti, anche se ancora oggetto di contesa attribuzione da parte degli specialisti di scultura quattrocentesca.

Secondo la maggioranza degli esperti di storia dell’arte, non si tratta di Donatello come auspicava il suo primo collezionista, il letterato Fra’ Sabba da Castiglione, cavaliere dell’Ordine di Malta che intorno al 1515 si stabilì nella Commenda del Borgo Durbecco, o come scriveva sempre nel Cinquecento il Vasari.

L’opera può pur sempre riferirsi ad uno dei maggiori protagonisti della scena artistica della Firenze del pieno Rinascimento, forse Antonio Rossellino o piuttosto Benedetto da Maiano. Non manca chi sostiene un legame stretto con Desiderio da Settignano, con una datazione che sarebbe intorno al 1470-1480.

La rappresentazione del San Giovannino bambino si è diffusa nel Quattrocento toscano quando la sua immagine, in sintonia con lo spirito dell’epoca che tendeva ad umanizzare il soprannaturale e ad esaltare le tematiche degli affetti, fu prediletta in particolare dalla devozione privata. E’ nel clima di religiosità familiare e con l’intendimento proprio degli umanisti quattrocenteschi di fornire un esempio didascalico di virtù incarnata perfino in un fanciullo, che si inquadrano le numerose sculture prevalentemente in marmo e terracotta, rappresentanti San Giovannino in età compresa tra l’infanzia e l’adolescenza. Alla tipologia del mezzo busto, di solito prescelta per essere posta su mensole, nicchie o architravi delle porte spesso in abitazioni private, appartiene anche il san Giovannino di Faenza.

L’opera è stata restaurata presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, con un intervento terminato nel 2009. Gli aspetti principali del restauro hanno riguardato la pulitura della superficie marmorea, il rifacimento della punta del naso scheggiata e l’eliminazione della base di epoca posteriore che ne alterava l’assetto compromettendone una giusta visione.

n. inv. 196

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