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Il fante che dorme
gesso. 1926-1927
cm. 84x138x85
Il riconoscimento per le qualità del monumento di Brisighella venne a Rambelli fin da subito. “Fu dinnanzi al monumento ai Caduti di Brisighella che ci balzò evidente la maturità dell’arte di Domenico Rambelli” è scritto nella rivista Emporium del 1932. «Dorme il Fante di Brisighella, – continua l’articolo scritto da Gian Carlo Polidori – calmo rassegnato, è uno dei tanti anonimi “poveri cristi” a serie, che seppero tutti i più atroci calvari della guerra, dorme d’un sonno guardingo, leggero e pur tranquillo, abbracciato al moschetto come la mamma al suo pargolo: non ha le affettate eleganze di tanti fanti fuori ordinanza, che in scultura diffamano nelle piazza d’Italia la Guerra e la Santa Fanteria, “con le loro gambette da ballerine e le vitine sottili, da donne fatali di trenta anni fa”. E’ un Fante Cristo, tarchiato, inelegante ottenuto con un modellato ampio, monumentale, pacato e pur solenne», conclude la descrizione del monumento nell’articolo pubblicato nel 1932.
Più recentemente per questa opera, particolare in gesso della scultura del Fante che dorme del Monumento ai Caduti di Brisighella, Andrea di Nardo ha scritto che “ si caratterizza per l’intersezione pacatamente dinamica di solidi volumi, la riduzione delle forme anatomiche a rigonfiamenti della materia, l’opulento primitivismo geometrizzante alla Moore. Nel volto dell’addormentato è possibile rilevare una persistente, anche se tenue, ricerca di mimetico naturalismo in feconda opposizione formale tesa all’interpretazione soggettiva del dato reale". La scultura fu ideata e realizzata in Versilia e a posare, secondo la testimonianza di Mirtya Ciarlantini, fu un bagnino del luogo.
N. inv.1598