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Ritratto del Conte Carlo Zanelli Quarantini
gesso, 1908
cm. 95x79x72
donazione Antonia e Carla Zanelli Quarantini
Donata da Carla e Antonia Zanelli, dell’opera è noto un documento di ricevuta firmata da Domenico Rambelli per il pagamento della stessa. Il documento è datato 1908 e costituisce una prova certa rispetto a quanto poteva far supporre l’analisi stilistica. Il gesso è infatti assimilabile, per la ricerca di superamento del verismo, per un modellato che si concentra su alcuni piani principali, per il movimento delle spalle e per il segno forte impresso dalle dita, al ritratto di Antonio Berti e porta una nuova elaborazione in alcune parti come nella mano - tracciata in modo molto veristico ma deciso - che esce dal basamento dando un carattere forte e sicuro a tutta l’opera e di conseguenza al personaggio ritratto.
Il Conte Carlo Zanelli Quarantini è nato a Faenza il 29 novembre 1857. Laureato in giurisprudenza a Roma ebbe molti incarichi pubblici, tra i quali Consigliere comunale e Assessore di Faenza, oCnsigliere e Assessore provinciale, deputato nel Brefotrofio e nella Commissione del Canale Naviglio, Presidente dell’istituto Mazzolani e Presidente della Riunione Cittadina. La sua maggiore attività, oltre a quella delle aziende familiari, fu però quella di fondatore e Presidente della Cooperativa Ebanisteria Casalini, presieduta per oltre 15 anni, e di Presidente, per oltre un ventennio, della Banca Popolare di Faenza. Morì il 21 giugno 1913. Alla sua morte il settimanale faentino cattolico pubblicò, con piccola variazione, le parole di Dante a proposito di Pistoia antica scrivendo: “Faenza che di buoni si dimagra!”.
N. inv. 1805