Contenuto principale
Autoritratto
marmo, 1908
cm. 48x40x24
Nel 1908 Ercole Drei partecipa alla Prima Mostra Biennale Romagnola d’Arte, tenuta nell’ambito delle manifestazioni Torricelliane per il sesto centenario della nascita del faentino Evangelista Torricelli, con otto opere. Sono gli anni in cui il giovane scultore sente ancora la lezione del naturalismo veristico di stampo ottocentesco appresa nella Scuola Comunale di Disegno diretta da Antonio Berti e continuata all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Tra le opere che espone vi sono lavori di impianto veristico, come il ritratto di Fattori già premiato dall’Accademia di Firenze nel 1907, e lavori come il precedente ritratto di atleta che già rientra nel classicismo novecentesco che poi Drei continuerà per tutta la sua vita. Ma proprio in quegli anni Drei è aperto anche a nuove suggestioni, a partire dal simbolismo che prende dall’ambiente faentino del cenacolo baccariniano e dalle influenze dall’art noveau di stile liberty che si diffonde anche in Italia nei primi anni del Novecento.
L’autoritratto in marmo, elaborato nel voluto contrasto tra la materia lasciata grezza e l’affiorare centrale del volto definito in modo esemplare, è un’opera aperta a queste nuove suggestioni. L’opera, come ha scritto Franco Bertoni, è esemplata «su modelli simbolisti nella allusiva dicotomia tra la massa della materia inerte ed informe del blocco e l’emergere da esso del volto quasi iconico».
N. inv. 1745