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PINACOTECA DI FAENZA
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Boselli Felice

(Piacenza, 1650 - Parma, 1732)

Felice Boselli si forma quindicenne a Milano presso la bottega di Giuseppe Nuvolone, in un ambiente fervido e aperto per il genere della Natura morta. Torna nella sua città natale, Piacenza, nel 1679, la abbandonò poi per Parma con un trasferimento che si dimostrò definitivo. La sua prima opera è una Cacciagione del 1680. Nel 1681 si appresta a una decorazione con favole e allegorie del Teatro dei Sanvitale (Fontanellato, Parma), portata a termine nel 1690.
Felice Boselli si cimentò anche in lavori di altro contenuto, come ritratti, affreschi (realizzati nel 1702 per la chiesa di Santa Brigida a Piacenza e ben esemplificati dall'Ecce Homo a sfondo sacro), scene mitologiche (dipinte all'interno della Rocca di Fontanellato intorno al 1685, e i dodici dipinti raffiguranti Storie di Diana e Atteone, ispirati dal Parmigianino).
Nel genere della Natura morta i suoi principali riferimenti furono lo studio e l'osservazione di Nature morte regionali e locali, da Parmigianino a Annibale Carracci. Non mancarono però altri riferimenti, a partire da Angelo Crivelli, (noto come il Crivellone), animalista specializzato in selvaggina conosciuto nel periodo della formazione milanese, fino alle ascendenze nordiche e agli esempi napoletani.
Sono note complessivamente quasi un centinaio di Nature morte, gran parte delle quali sono conservate in musei lombardi ed emiliani, oltre ad un buon numero di immagini rappresentanti episodi di vita quotidiana, con cuochi, maiali squartati, teste di bue, galline, selvaggina, pesci. A concedere un tocco di misteriosità alle sue opere fu la firma, raffigurata da un gattino (a significare Felix).

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