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Marina a Forte dei Marmi
olio su cartone telato, 1940
cm. 40x50
donazione Bianchedi - Bettoli/ Vallunga, 2010
La Versilia, con le sue spiagge, le barche veleggianti e i capanni in riva al mare, è dal 1925 lo scenario pressoché esclusivo da cui Carrà trae gli spunti per composizioni che, impostate in estate a Forte dei Marmi, vengono poi compiute, nei mesi successivi, nella casa-studio di Milano.
Alle varie definizioni che del suo realismo sono state date dai critici (lirico, magico, arcaico, classico, mitico) si può accostare anche quella di silente, per il senso di solitudine e silenzio che avvolge anche le, rare, figure umane, meditative e assorte, più simili a idoli arcaici che ad esseri in carne e ossa.
Il nostro quadro rappresenta in maniera esemplare questa produzione che, dagli anni Venti fino alla fine della sua vita, viene ad essere modulata su una maturità stilistica consolidata. I capanni si accampano in un paesaggio deserto, sulla riva di un mare senza vele, da cui è assente l’esigenza descrittiva dei particolari.
Un sapiente rigore regge la composizione, impostata sull’ordinata armonia delle linee rette, appena variate dal profilo lievemente ondulato del terreno; la luminosità è tersa, la veste cromatica è pacata, giocata sul contrappunto fra il rosa e l’azzurro, lontana dalla vibrante, effimera e mutevole visione dell’impressionismo, essendo anzi subordinata all’essenzialità di questa vera e propria architettura di paesaggio con cui forma una sintesi unitaria.
N. inv. 1754