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Domenico Baccarini (Faenza, 1882 - 1907)
La vecchia che fila
olio su cartone, 1903
cm. 102 x 73,5
Nella rappresentazione della vecchia filatrice, vista di spalle e seguita da un anatroccolo, c’è una tecnica pittorica dove figurano tracce di punteggiature e filamenti divisionistici. E’ la caratteristica di dipinti del 1903, specie nella prima parte dell’anno prima della sua visita alla V Esposizione Internazionale di Venezia. Baccarini in questo periodo supera la fase veristica iniziale appresa alla Scuola di Disegno diretta da Antonio Berti ed elabora quanto visto a Firenze in particolare nella pittura divisionista di Giuseppe Viner.
La vecchia, con la stessa lunga gonna, camicia e fazzoletto sulla testa, è il soggetto scelto anche in un’altra opera ad olio su tavola, in collezione privata, datata 1903 dove la contadina apre la porta di un pollaio in una scena di vita contadina dominata da uno sfondo di colline che richiamano, ha scritto Ennio Golfieri, «un’apertura verso ricordi Segantiniani».
Nella sua pittura del 1903 Baccarini ritrae spesso momenti della vita di contadini e operai come nella serie dei disegni e cartoni ad olio dedicati alle “attese” dove una donna con un bambino tra le braccia siede disperata ai lati di un tavolo completamente vuoto all’interno di una camera buia dove non c’è niente di arredamento se non due piccoli mobili e gli attrezzi del lavoro agricolo del bracciante. Baccarini era, come ha scritto Emanuele Bardazzi, «proletario d’estrazione e nobile d’animo» che quando nel 1904 - l’anno seguente alla realizzazione di questi quadri con riprese del mondo contadino – si trasferì a Roma ebbe un naturale incontro con l’idealismo social umanitario di ambienti artistici che lo portarono a collaborare con “L’Avanti della Domenica”.
N. inv. 696