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La famiglia in lutto (La strada)
olio su tela, 1903
cm. 71x50 (cornice di cm. 6)
E’ una delle tele, insieme all’Umanità dinanzi alla vita dove, secondo Renato Barilli, più compare l’adesione di Baccarini a quella schiera di artisti italiani, fatta da personalità come Boccioni, Severini, Casorati e Balla, per «costituire il capitolo di un nostro autoctono, embrionale espressionismo, anche se non beneficiato di alcuna delle patenti ufficiali, come quella dei Fauves in Francia o della Bruke in Germania». In questa scena di gruppo, scrive Barilli, «non ci sono consolazioni, bensì duri referti su una condizione esistenziale, su un “male di vivere”».
Anche per Orsola Ghetti Baldi questa opera testimonia «l’assimilazione da parte di Baccarini delle indicazioni del simbolismo-espressionismo più avanzato: l’impaginazione dell’insieme e i personaggi rappresentati ci ricordano, nella loro allucinata fissità, quelli di Eduard Munch, archetipi come questi di Baccarini di una condizione umana universale, prototipi psicologicamente emblematici (si pensi di Munch a “Sera primaverile in una strada, 1892, sorprendentemente simile. Per rimanere poi in Italia, la intensità di penetrazione espressiva di questo periodo ci conduce a Lorenzo Viani. La coincidenza può non essere casuale, infatti Viani fu a Firenze proprio nel medesimo giro di anni in cui Baccarini frequentava all’Accademia la scuola del nudo e il gruppo di Ferenzona, Libero Andreotti e i macchiaioli».
N. inv. 683