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Bueno Xavier
(Vera de Bidasoa, 1915 – Firenze, 1979)
Xavier Bueno trascorre la sua infanzia in Spagna. Qui intraprende i suoi primi studi presso l’Accademia di San Fernando di Madrid. Nel 1935 abbandona il suo Paese con la famiglia. Dopo aver raggiunto diverse mete, si stabilisce a Ginevra. Il periodo svizzero è senz’altro uno dei più decisivi per la sua formazione artistica.
Successivamente, Xavier Bueno, iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti, ottiene il primo premio del corso di pittura e di quello di scultura. Espone poi all’Athenée dei lavori che lasciano trasparire un intenso coinvolgimento personale nelle tematiche socio-politiche. Nel 1937 si trasferisce nella capitale francese, dove esibisce i suoi lavori in diversi “Salons”. Al “Salon d’Automne” dello stesso anno presenta alcuni quadri tecnicamente ammirevoli e soprattutto animati da una forte carica teatrale, come ad esempio Muerto en el frente de Madrid e Esecuzione di contadino spagnolo.
Nello stesso arco temporale l’artista propone delle opere al padiglione spagnolo della Mostra universale di New York. Nel gennaio del 1940 giunse a Firenze con il fratello Antonio. La città, manifesto di cultura e tradizione, strega Xavier Bueno, e decide di stabilirvisi definitivamente. Nel 1941 il pittore Pietro Annigoni propone i due fratelli al pubblico in un’esposizione alla galleria Ranzini di Milano.
Nel 1945, oramai conosciuto e apprezzato da diversi artisti come De Chirico, Bueno inaugura la sua prima mostra personale nella galleria milanese Ghiringhelli e in seguito con il fratello nella galleria Barbaroux. Nel 1947 il pittore firma il Manifesto dei Pittori Moderni della Realtà. Con il fratello Antonio, Annigoni e Sciltian, espone all’interno delle mostre del gruppo in diverse città italiane. Alla fine degli anni Quaranta, Xavier Bueno, allontanatosi dai Pittori Moderni della Realtà, intraprende un percorso artistico personale. In seguito, dopo una breve parentesi neo-metafisica, l’artista si cimenta nella realizzazione di tele dai caratteri realistico-drammatici confacenti alla tradizione spagnola.
Tra il 1959 e il 1964 Bueno realizza un ciclo di pitture infantili, emblema di un’umanità schiacciata dall’angoscia e oppressa dal vuoto esistenziale. Le opere vengono proposte alla rassegna Espana libre, tenutasi in diverse città italiane tra il 1964 e il 1965. Le ultime ricerche dell’artista spagnolo sviscerano tale angoscia esistenziale realizzandosi attraverso un rigore cromatico progressivo. Tale fase è detta “monocromatica”. Il 17 luglio del 1979 muore a Fiesole.