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De Gregorio, Giuseppe
(Spoleto, 1920 – 2007)
Giuseppe De Gregorio, nato a Spoleto nel 1920, cresce in un ambiente familiare da sempre sensibile all’arte: il padre è un pittore e il nonno un docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Catania. Nel 1948 De Gregorio vince il Premio Città di Orvieto, primo riconoscimento del suo talento artistico. Nonostante il pittore nell’immediato dopoguerra si fa portavoce dello spirito cubista, all’inizio degli anni Cinquanta percorre una nuova via, che lo porta a un naturalismo astratto che confluisce poco dopo nell’informale.
Di conseguenza la sua pennellata da costruttiva (Pittura, 1957) si trasforma in libera e densa (Interno, 1960-1961; Luci e pietre, 1961; Rito barbarico, 1963-1964). Nel 1953 l’artista costituisce il Gruppo Spoleto, un movimento d’avanguardia che coinvolge numerosi artisti come Piero Raspi, Filippo Marignoli, Giannetto Orsini, Ugo Rambaldi e Bruno Toscano. Il pittore partecipa alla collettiva presso la Galleria Spotorno di Milano nel 1959, allestisce due personali alla Galleria Il Quadrante di Firenze nel 1962 e alla Galleria Il Milione di Milano nel 1963. Partecipa alla XXXII Biennale di Venezia del 1964 e verso la metà degli anni Sessanta nella pittura di De Gregorio ritorna un gusto più formalistico, nato da nuove ricerche svincolate dal passato percorso.
Le entità che popolano queste tele sembrano provenire da un mondo ultraterreno e surreale, ma pur sempre legato a quello della natura (Fossile, 1969; Animale marino, 1970; Frutti di mare, 1970; Vecchie radici e germogli, 1969-1970). Negli stessi anni il pittore si sforza in questa fase a rappresentare l’energia interna dei microcosmi naturali, attraverso l’utilizzo di una sorta di lente d’ingrandimento e di vive tinte cromatiche (Fondo marino, 1974; Bosco 1974; Collezione di farfalle, 1974; Insetto e fiore, 1974; Timone sommerso, 1978).
Nel 1974 l’artista si trasferisce a Firenze per poi tornare a Spoleto nel 1997, e morirvi dieci anni dopo.