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PINACOTECA DI FAENZA
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Migneco Giuseppe

(Messina, 1908 - Milano, 1997)

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Nato a Messina, dopo aver ultimato il liceo classico, nel 1931 si trasferisce a Milano per cominciare a studiare Medicina. Migneco entra però nell’ambiente artistico milanese. Questo lo coinvolge fino a portarlo ad abbandonare gli studi da poco intrapresi e a dedicarsi completamente alla pittura.

Nella fase iniziale della sua carriera artistica, Migneco prepara bozzetti per il “Corriere dei piccoli” e realizza delle tele profondamente intrise della sua memoria personale. Birolli, De Grada, Joppolo, Sassu sono alcuni degli artisti che costituiscono la svolta per l’artista in questo fervente contesto culturale.

Assieme ad alcuni di questi e ad altri, come Treccani, Cassinari, Badodi, Morlotti, Vedova e Manzù, fonda “Corrente”, movimento che raccoglie diverse sfumature artistiche unite dal comune obiettivo di aprirsi alla cultura moderna europea rifiutando la chiusura e l’isolamento del regime fascista.

Il pittore, oramai maturo artisticamente, espone Massaie ubriache, La fossa dei lebbrosi e Ragazzi sotto il fico alle due mostre organizzate dal gruppo. A partire dal 1937 il pittore interviene a numerose edizioni della Quadriennale romana e della Biennale veneziana.

Nel 1940 Migneco espone alla genovese Galleria Genova con Cherchi e l’anno successivo alla Bottega di Corrente. Nel 1942 il pittore gareggia con Cacciatori di lucertole al Premio Bergamo. Presenta dei lavori alla Galleria della Spiga. Poco dopo l’artista sospende la sua attività perché chiamato alle armi.

Nel dopoguerra Migneco riprende la sua arte. Nel ’46 una personale viene a lui dedicata dalla Galleria Santa Radegonda di Milano. Poi, nel 1947 il pittore espone alla Galleria del Cavallino di Venezia. L'anno dpo alla Galleria del Naviglio a Milano e alla Galleria Bini di Verona.

Dopo due anni viene omaggiato da due personali, una alla Galleria La Colonna di Milano e l’altra all’Institute of Contemporary Art di Boston. Successivamente nel 1951 l’artista esibisce delle tele alla Galerie La Boetie di Parigi. L'anno dopo diventa nuovamente protagonista di una personale, presentata in catalogo da Quasimodo, alla Biennale di Venezia.

Nel 1956 Migneco espone alla Leicester Gallery di Londra. Dopo due anni presenta numerose opere alla Biennale di Venezia. Con le sue tele l’artista esprime un espressionismo acutizzato che ritrae ambienti contadini e popolari che si fanno portavoce di una denuncia sociale.

Il senso di inquietudine e di rivolta penetra le sue tele che sembrano volersi ribellare all’autarchia di qualsiasi regime, come quello prebellico del fascismo. Il suo è un vero e proprio “realismo sociale” che per emergere dai suoi lavori assorbe la linfa vitale di altri pittori come Van Gogh, Picasso, Soutine e Rouault.

Nel 1962 Migneco espone alla Galleria Il Bragozzo a Cesenatico e alla Galleria Gissi a Torino. Poi, nel 1966 e nel 1969 vengono organizzate due personali alla Galleria del Naviglio di Milano. Nel 1982 Migneco esibisce dei lavori alla Galleria 32 di Milano.

Nel 1983 il Comune di Messina omaggia il pittore allestendo una significativa antologica presso i saloni del Palazzo Comunale, trasferitasi poi a Milano. Tre anni dopo viene pubblicato il catalogo generale dell’opera dell’artista a cura di Luigi D’Eramo.

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