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Treccani Ernesto

(Milano, 1920 – 2009)

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Il poliedrico artista Ernesto Treccani nasce a Milano nel 1920, dalla genovese Giulia Quartara e da Giovanni Treccani degli Alfieri, fondatore nel 1925 dell’Istituto Treccani o Istituto della Enciclopedia italiana insieme al filosofo Giovanni Gentile.

Nel 1938, ancora studente d’Ingegneria al Politecnico di Milano, Ernesto avvia e dirige la rivista Vita giovanile, ribattezzata poi Corrente, che riuniva esponenti della vita culturale e artistica milanese poco simpatizzanti del regime fascista, divenendo in poco tempo l’organo milanese-fiorentino dell’intelligenza italiana d’opposizione e del movimento artistico-culturale omonimo.

Sempre nel 1938 e nell’ambito del movimento creato da questa rivista, un gruppo di giovani pittori apre la Bottega di Corrente a Milano in Via della Spiga 9.

La bottega promuoveva vari incontri e dibattiti dando spazio anche una galleria d’arte e a tutti quegli artisti che erano maturati nel periodo di pubblicazione della rivista stessa, come Renato Birolli, Bruno Cassinari, Aligi Sassu, Renato Guttuso, Ennio Morlotti, Emilio Vedova, Giovanni Paganin, Arnaldo Badodi, Giuseppe Migneco.

Nel 1940 all’indole letteraria si affianca in Treccani quella pittorica, ispirato  da artisti come Van Gogh, Cézanne e Picasso e vivendo sotto l’influenza di numerosi amici artisti, esordisce esponendo proprio in una collettiva della Bottega di Corrente insieme a Cassinari e Morlotti.

Nel 1941 e nel 1942 gareggia per la III e per la IV edizione del Premio Bergamo. Le opere che Treccani realizza tra il 1940 e il 1960 si fanno portavoce di una forte invettiva sociale, espressione di un costante coinvolgimento politico e civile, di cui Fucilazione (della quale resta un particolare, 1943, Macerata, Museo Civico) è solo uno degli esempi più eloquenti.

Dopo la guerra e la partecipazione attiva alla Resistenza, Treccani diventa redattore delle riviste Il ‘45, di Pittura e di Realismo. Dal 1948 comincia a produrre delle tele immerse in ambientazioni urbane, sia milanesi che parigine. Nel 1949 il critico d’arte Duilio Morosini gli riserva una monografia all’interno della prima personale alla Galleria del Milione, mentre a partire dal 1950 interviene in tre edizioni consecutive della Biennale di Venezia.

Intanto approfondisce lo studio dei paesaggi urbani concentrandosi maggiormente sui sobborghi poveri e sul Sud d’Italia, da cui trae ispirazione per realizzare la serie dei Comizi: qui il folklore popolare si fonde con le sfumature espressioniste e simboliste come si può notale in La pace viene avanti cantando, 1951;  Ritorno a Fragalà, 1953 e in Un comizio dopo la liberazione, 1957.

Dopo un soggiorno nel piccolo comune crotonese di Melissa, introduce in molte opere degli spaccati di vita calabrese rendendoli in tutta la loro tragicità (La terra di Melissa, 1955; Sciopero di minatori calabresi, 1958-59).

Nel 1955 l’artista intraprende un viaggio in Cina che lo porta a creare un centinaio di acquerelli e disegni. Dal 1960, messa in crisi la sua fede politica, si rivolge con maggiore slancio a una prospettiva lirica della natura e delle figure.

Alla fine degli anni Sessanta abbandona la tecnica a olio e comincia a utilizzare i colori acrilici. I caratteri particolari dei soggetti rappresentati si dissolvono divenendo poco riconoscibili e incogniti. In Un popolo di volti, realizzato dal 1969 al 1975 per ricordare la strage di Piazza Fontana, interferisce nuovamente l’influenza espressionista. Figura e natura s’intrecciano in Paradiso terrestre (1958-1960) e in Paradiso perduto (1975).

Nel 1960 espone le tele realizzate nei venti anni precedenti alla Galleria Delle Ore di Milano e alla Nuova Pesa di Roma. Sia nel 1973 che nel 1975 vengono allestite due antologiche a lui dedicate a Giulianova e nel 1976 il Ministero della Cultura sovietico ne organizza una in Russia.

Due anni dopo, nel 1978, Corrente diventa una Fondazione (Fondazione Corrente), ancora oggi operativa con sede in via Carlo Porta 5 a Milano, a scopo di incrementare lo studio del periodo di rinnovamento culturale che va dal Movimento di Corrente al Realismo.

Numerose sono le mostre a lui dedicate sia in patria che all’estero, come ad esempio quella di Berlino del 1981, quella di Stoccarda del 1986 e quella di Vienna del 1989.

Negli ultimi anni della sua vita realizza grandi cicli che s’ispirano ai classici della letteratura Don Chisciotte e Decamerone.

Ernesto Treccani muore nella sua Milano nel 2009.

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