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Filippo de Pisis (Ferrara, 1896 - Milano, 1956)

1760

Natura morta con melanzana e mela rossa

15.jpg

olio su tela, 1950

cm. 59x49,5

donazione Bianchedi - Bettoli/ Vallunga, 2010

Se le nature morte disposte sui suoi inconfondibili tavoli inclinati rappresentano fin dai primi anni Venti uno dei soggetti preferiti di De Pisis, più curiosa può invece apparire in quest’opera, del 1950, la presenza di una melanzana, al posto delle più consuete immagini di conchiglie, crostacei, fiori di ogni genere, frutti e ortaggi rotondeggianti, specie uva, mele, cipolle o pomodori, sempre accostate con sublime noncuranza ad oggetti di vario trovarobato o animali impagliati.

Oltre ad inserirsi in quel repertorio di forme allungate che, come le penne, le banane, i pesci, i coltelli o i porri, avevano la funzione di conferire slancio e movimento alla composizione. Di per sé tendenzialmente statica, della natura morta, la melanzana rientra a buon diritto nell’ambito di una scelta tematica legata a quegli oggetti quotidiani di scarsa importanza, ma capaci di colpire la fantasia magari evocando memorie inconsce, che fu caratteristica del pittore.

Al di là dell’apparente ripetizione di una tipologia nota, infatti, del tutto diverso è il sentimento che lo pervade. E questi oggetti, che appaiono abbandonati con apparente casualità sulla tavola “come relitti di un ultimo naufragio”, per dirla con le parole di Francesco Arcangeli nell’introduzione alla grande retrospettiva dedicata a De Pisis nel 1956 alla XXVIII Biennale di Venezia, hanno infatti più l’aspetto di rievocazioni che di rappresentazioni della realtà in tutta la sua fresca, sensuale vitalità.

Allo stesso modo risulta la presenza, non inconsueta, del dipinto appoggiato sulla parete di fondo. Una marina “metafisica”, parrebbe, con quella straniata figurina filiforme che si staglia fra la spiaggia deserta e il cielo rannuvolato. Più che un’autocitazione diventa un ricordo reso nebuloso dal tempo trascorso e dalla sofferenza del presente.

De Pisis sembra qui ritrovare la sua più raffinata tavolozza, fatta di luminosi grigi neutri e di beige rosati accesi da chiazze dorate su cui risaltano il viola della melanzana, il porpora della mela e il rosso vermiglio del pomodoro.


N. inv. 1760

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