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Barilotto Pietro
(Faenza 1481 - 1553)
Il padre di Pietro Barilotto era lo scultore Drudo che in gioventù esercitò col fratello maggiore Domenico l'arte del figulo o vasaio, conducendo una fornace posta nell'attuale vicolo Gottardi di fronte a Sant' Agostino. Probabilmente tra il 1505 e il 1509 soggiornò a Roma per perfezionare l'arte appresa dal padre nel frattempo defunto. Lo sviluppo stilistico delle sue opere indica che dal decorativismo lombardesco, diffuso nella Romagna alla fine del Quattrocento, si aggiunsero forme più complesse ed architettoniche di estrazione tosco-romana, con particolare interesse per i tipi che Andrea Sansovino veniva elaborando in Roma.
Delle opere documentate e attribuibili a Pietro Barilotto, Ennio Golfieri cita monumenti sepolcrali a Forlì, Imola, Cotignola e Faenza oltre alla pila dell'acqua santa e il fonte battesimale nella Cattedrale faentina. Di rilievo, oltre alle opere conservate in Pinacoteca, vi è anche il monumento sepolcrale del vescovo Giacomo Pasi (1529-31), eseguito per la chiesa dei Servi e poi trasferito nel Cappellone del Cimitero comunale di Faenza; si ricorda anche il monumento sepolcrale del giureconsulto Giovanni Battista Bosi (1538-1542), nella prima cappella a destra della Cattedrale faentina. Pietro Barilotto muore attorno al 1553.