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Severini Gino

(Cortona, 1883 – Parigi, 1966)

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Gino Severini nasce a Cortona nel 1883, nel 1899 Severini si trasferisce con la madre a Roma, dove frequenta la Scuola libera del nudo all’Accademia e la scuola serale del disegno a Villa Medici. Nella capitale inizia a frequentare personalità come di Sergio Corazzini, Duilio Cambellotti e Umberto Boccioni coi quali si dedica agli studi artistici e filosofici dimostrando interesse per le idee socialiste.

Nel 1906 si trasferisce a Parigi e conosce Modigliani, Utrillo, Dufy, Picasso, Braque e Gris, frequenta la Cloiserie de Lilas e il poeta drammaturgo Paul Fort, del quale sposerà la figlia.

Nel 1910 aderisce al Manifesto della pittura Futurista e poco dopo al Manifesto tecnico della pittura Futurista, ma col tempo chiarisce la sua poca affinità con il futurismo italiano precisando di essere maggiormente legato alla tecnica francese puntinista di Seurat e Signac. Nel 1912 espone con i futuristi a Parigi, Londra e Berlino e nel 1913 e 1914 a Roma.

Contemporaneamente sviluppa un certo interesse verso il Cubismo. Negli stessi anni Severini fa ritorno in Italia con la moglie ma, scoppiata la guerra, rientra a Parigi. Influenzato dal clima bellico realizza delle tele dal sapore cubo-futurista che espone nel 1916 alla mostra personale presso la Galleria Boutet de Monvel.

Nella ricerca pittorica dell’artista subentra un’altra corrente, quella del classicismo, che s’intreccia alle già sperimentate influenze d’avanguardia.  Severini riflette su una sorta di “metodo scientifico” di rappresentazione dell’arte, guidato senza dubbio dal purista e formalista Ozenfant, dall’ambiente dell’Abbaye de Creteil (cenacolo di pittori e artisti che si riunivano assieme nella campagna parigina) e dal matematico Bricard. Collabora alle riviste di matrice classica, Elan e SIC, e realizza delle tele intrise di un ritorno all'ordine classico, come Maternità e Ritratto di Jeanne. Nel 1919 firma un contratto con il mercante Rosemberg, il quale richiama diversi artisti intorno alla Galleria l’Effort Moderne. Nello stesso anno collabora con la rivista Valori Plastici che dedica, il suo secondo numero, alla situazione artistica francese. Nel 1920 comincia a scrivere Du Cubisme au Classicisme che, pubblicato nel 1921, non venne ben accolto in Francia. Nel 1921 si reca in Toscana per affrescare una sala del castello di Montegufoni, proprietà dei nobili inglesi Osbert e Sacheverell Sitwell, i temi degli affreschi sono ripresi dalla Commedia dell’arte ma realizzati con rigore figurativo.

Rientrato a Parigi, conosce il filosofo Maritain, che lo porta a rivalutare i valori cattolici, contemporaneamente si rivolge a Jacob, Cocteau e Denis, cominciando a manifestare interesse per la rappresentazione del misticismo religioso in pittura. Nel 1924 vince il concorso per la decorazione della nuova chiesa di Semsales, nel cantone di Friburgo e dopo poco gli viene commissionata la decorazione della chiesa di La Roche.  Nel 1930 decora la chiesa di Tavannes in Svizzera e quella di San Pietro a Friburgo. Contemporaneamente realizza diverse illustrazioni per i letterati Valery e Fort. Nel 1931 si tiene una personale alla Kunst Handel di Amsterdam e nel 1932 espone alla Biennale di Venezia nella sezione degli italiani a Parigi. Nel 1933 Severini realizza la vasta parete a mosaico per la Sala del ricevimento del Palazzo della Triennale a Milano.

Gli anni Trenta sono segnati dal grave lutto della perdita del figlio, ma, nonostante ciò, continua a dipingere eseguendo soprattutto cicli decorativi di soggetto sacro, come quello dell’abside della chiesa di Nôtre-Dame di Losanna. Nello stesso arco temporale cura delle scenografie per il Maggio Musicale Fiorentino e per La Fenice di Venezia.

Dal 1940 Severini recupera la tecnica del puntinismo e e il senso della composizione cubo-futurista. Dopo la grande antologica che Palazzo Venezia gli dedica a Roma, Severini torna a Parigi dove muore nel 1966.

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