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Nascita della Vergine
olio su tela, 1586
cm. 320 x 200
dalla distrutta chiesa di Santa Cecilia di Faenza, soppressioni napoleoniche
Nel quadro di Bertucci, firmato in basso a destra e datato 1586, non traspare l'intimità di un parto, anzi viene lasciato il posto a una chiassosa e affollatissima scena di interno domestico. Impaginata in verticolare bidimensionalità, chiusa e come soffocata in un ambiente privo di profondità è costellato di figure che coprono ogni ritaglio di uno spazio ripartito in tre zone sovrapposte l'una all'altra.
Nella prima troviamo donne affaccendate intorno alla neonata Maria, mentre, nella seconda, insieme alla madre Anna nel suo letto circondata da altre donne, compare l'unico uomo presente nella scena. Nella terza, infine, un gruppo di angioletti musicanti è ritratto in un fascio di luce.
Un modello per quest'opera è stato individuato nell'affresco della Natività della Vergine realizzato da Andrea del Sarto nel Chiostrino dei Voti alla Santissima Annunziata di Firenze nel 1514. Un'altra notizia sulla storia di questo quadro è stata fornita da Gian Marcello Valgimigli, che riportò documenti sull'intervento censorio del vescovo Francesco Negrone, titolare della Diocesi faentina dal 1687 al 1697, il quale impose la copertura sommaria con veli dei seni troppo audacemente in vista delle donne.
N. inv. 1353