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Adorazione dei Magi
olio su tavola, 1510 ca.
cm. 175x139
L'opera, definita quadro raro e importante da Antonio Corbara, è di provenienza ignota. Il primo direttore della Pinacoteca la assegnò a Sigismondo Foschi. Già nel primo Novecento l'autore venne identificato in Giovanni Battista Bertucci il Vecchio, ma mentre per Buscaroli è opera del periodo giovanile, quindi tra la fine Quattrocento e primi anni del Cinquecento, Corbara la colloca al periodo ultimo di attività del Bertucci, cioè dopo il 1510.
La pala dimostra che anche Giovanni Battista Bertucci, come scrisse Antonio Corbara nel 1939 in uno studio dedicato al Manierismo faentino, sentì la necessità di adeguarsi ai tempi che correvano, anzi addirittura volavano.
Antonio Corbara scrisse che "Quel brano di pittura ch'è nella pala non datata dell'Epifania in alto a sinistra e che ha ripetute volte colpito l'attenzione dei critici, ha una vivacità e una vitalità insolita. E' una pittura succosa, saporita. Da cui traspare l'intenzione di ringiovanirsi imbizzendosi un poco secondo i modi stravaganti dell'Aspertini".
Notando il "colorismo alto e squillante dei rossi vivaci cogli azzurri, alternati da qualche nota di giallo e di bianco", Corbara collegò all'opera anche influssi ferraresi, precisamente a Dosso Dossi.
N. inv 119