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PINACOTECA DI FAENZA
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Bertucci Giovanni Battista il Vecchio

(Faenza, 1470 ca. - 1516)

Giovanni Battista Bertucci il Vecchio nacque a Faenza attorno al 1470 da Michele, veniva identificato anche come Giovan Battista Utili, da un soprannome del padre, fu detto anche Giovan Battista Bracceschi e, dall'attività della famiglia, Giovan Battista dei Pittori.  Questa pluralità di appellativi rese difficile giungere per la critica ad un unico artista. Sposò Dianora, o Elionora, figlia quondam magistri Iacobi de Nursia e da lei ebbe quattro figlie, Cecilia, Samaritana, Lucrezia e Caterina, e quattro figli, Michele, Raffaele, Claudio e Giacomo. Il fratello pittore, Gerolamo, di minore età, visse e collaborò con lui nell'arte sino al 1510, quando i due fratelli decisero di separarsi e dividersi i beni patrimoniali. In quel momento risulta che erano impegnati a dipingere in collaborazione due tavole: una per Pietro de Spadis e l'altra per suor Benedetta della Cura.

A proposito della sua educazione ed attività precedenti al 1495, quando per la prima volta è documentato attivo a Faenza, si è molto congetturato, ma nulla si sa di certo. Considerando l'esame stilistico delle sue opere, a cominciare dal Trittico, datato e firmato 1506, si può supporre che abbia ricevuto un'educazione nell'ambiente bolognese, in cui al predominio dei maestri ferraresi andava subentrando l'influenza della scuola umbro-toscana. Tuttavia la critica meno recente ha voluto vedere una derivazione diretta dal Perugino e dal Pinturicchio e, troppo suggestionati dal fatto che la moglie era figlia di un Iacopo da Norcia, hanno affermato che Giovanni Battista Bertucci in gioventù abbia soggiornato e lavorato in Umbria al seguito di quei due maestri.

Per questo motivo all'inizio dell'Ottocento quasi tutte le opere di Giovanni Battista Bertucci andavano sotto il nome del Pinturicchio o del Perugino. Nonostante sia ammissibile un soggiorno in Umbria e forse a Firenze intorno al 1493, l'arte di Giovanni Battista Bertucci si basa su quella del ferrarese Lorenzo Costa e non è immune da altri legami ferraresi. Per di più, Il Corbara ha indicato le affinità con Amico Aspertini nella Pala del 1506. In particolare questo fa pensare a un viaggio a Roma, oltre che a Firenze e Bologna nell'ultimo ventennio del sec. XV.

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